Sono oltre 80 i micro birrifici attualmente presenti sul territorio piemontese, molti dei quali sorti in tempi recenti. La produzione di birra artigianale è un fenomeno di sempre maggiore interesse da parte dei consumatori, e il Piemonte può già vantare la presenza di produzioni di altissima qualità.
Tuttavia è ancora molto marginale e di difficile attuazione (per quanto auspicata da numerosissimi birrifici artigianali piemontesi) la produzione di birra locale, intesa come trasformato prodotto in Piemonte a partire da materie prime piemontesi. Il malto generalmente utilizzato è prodotto da strutture molto grandi dell’Italia meridionale o del nord Europa che, salvo piccole eccezioni, non garantiscono la suddivisione in lotti a seconda della provenienza (territoriale o aziendale) della materia prima.
La Scuola Malva di Bibiana sta conducendo alcuni progetti sperimentali finalizzati alla creazione ed al consolidamento della filiera del malto e del luppolo piemontesi.
Per saperne di più
Il luppolo, ingrediente-chiave che conferisce aromi e gusto amaro e gioca un ruolo importante anche nella conservabilità della birra, è generalmente importato da diversi paesi europei, o dagli Stati Uniti. La coltivazione del luppolo in Italia è ancora molto marginale, e comunque effettuata a partire da varietà selezionate al di fuori del contesto nazionale.
È però noto come la pianta del luppolo si adatti bene a diversi microclimi piemontesi: i “luvertin”, detti anche, impropriamente, asparagi selvatici, entrano tradizionalmente nella cucina piemontese a far parte di minestre, risotti, frittate, o come contorno: essi non sono altro che i primi germogli primaverili del luppolo selvatico, pianta perenne rampicante in grado di insediarsi anche in ambiti difficilissimi: bordi strada, muretti a secco, incolti.
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